Milano ricorda Alida Valli nel centenario della sua nascita

di Claudio Fragiacomo. Ieri, lunedì  17 Maggio è stata la serata inaugurale della proiezione del film “Alida” del regista Mimmo Verdesca, dedicato alla figura dell’attrice Alida Valli a pochi giorni dal centenario della sua nascita. Il film, per le note ragioni connesse con la pandemia, ha fatto con ritardo il suo ingresso nelle sale. Un ritardo che non ne inficia l’efficacia e l’importanza artistica.

Il film documentario “Alida” è infatti una celebrazione della donna Alida Valli, nata Altenburger, a Pola il 31 Maggio 1921, divenuta attrice e star internazionale senza perdere la sua caratteristica essenziale di moglie e madre di famiglia.

La ricostruzione della figura di Alida donna è fatta sulla base dei documenti e dell’epistolario messo a disposizione del regista dal nipote Giampaolo De Mejo, che ha curato assieme al regista la sceneggiatura del film e compare nella pellicola come testimone. Un testimone stupito, meravigliato nel riscoprire la figura della nonna, che aveva avuto modo di frequentare poco durante la sua intensissima vita, pur essendo sempre stato fatto oggetto del suo affetto.

Il pluripremiato regista Mimmo Verdesca ha dato vita ad un film intensissimo, che lo spettatore segue col fiato sospeso, che segue la vita di Alida dai primi anni della sua infanzia, dall’amore corrisposto per il pilota tenente Carlo Cugnasca, caduto in Africa, alle prime esperienze a Cinecittà, alla meravigliosa esperienza a Hollywood, poi rifiutata perché le impediva di vivere una normale e tranquilla vita familiare. Il contatto con i maggiori registi italiani del dopoguerra, con il cinema francese, la breve ma intensa parentesi messicana.

L’elemento unificatore del film è rappresentato dalle innumerevoli testimonianze di chi ha lavorato con Alida, registi e attori, che mettono in evidenza la capacità di adattarsi a molti ruoli, recitando in modo del tutto spontaneo e partendo dalla sua sensibilità di donna e di artista.

Donna nata nell’Istria italiana, a Pola, dove è ritornata solo nel 1941 e non più, donna che, all’offerta del governo di Zagabria della cittadinanza croata, ha posto un forte rifiuto “Sono nata italiana e morirò italiana “.

Il numeroso pubblico presente in sala ha applaudito calorosamente il film, un pubblico da cineforum, che dovrà passare il testimone agli istriani e loro discendenti, che non possono e non devono dimenticare i personaggi gloriosi che la terra istriana ha prodotto nei secoli

Condividi:

Related posts